Oltre la nebbia

by Ian Stuart

Solo spazio, solo attesa

Il mondo si dissolve. Tutto ciò che esiste è un tappeto di verde che si perde nell’orizzonte e una nebbia densa che inghiotte ogni cosa. Nessun punto di riferimento, nessuna forma definita, nessuna direzione precisa. Solo spazio, solo attesa.

La perfezione del prato sembra quasi surreale. Liscio, uniforme, senza interruzioni. Le sfumature del verde si susseguono in un ritmo regolare, ipnotico, come se il terreno stesso respirasse piano. È un verde vivo, pieno, ma che non riesce a imporsi del tutto: la nebbia lo sfuma, lo attenua, lo rende evanescente.

E poi, improvvisamente, finisce. O almeno così sembra. Il punto in cui il prato incontra la nebbia è indefinito, sfumato, come se il mondo si spegnesse dolcemente, senza strappi, senza un vero confine.

La nebbia è un filtro che cancella il superfluo. Lascia solo l’essenza delle cose. Elimina il cielo, nasconde l’orizzonte, trasforma uno spazio fisico in un concetto astratto. Ciò che normalmente sarebbe un semplice prato diventa un luogo sospeso, un confine tra il visibile e l’invisibile.

Il silenzio deve essere totale. Un silenzio che ovatta tutto, che assorbe i suoni, che rallenta il tempo. La nebbia ha questa capacità strana: non solo nasconde, ma modifica anche la percezione di ciò che resta. Camminarci dentro significa perdere il senso della distanza, dello spazio. È come muoversi in un sogno, senza sapere se ci sia davvero una fine.

una porta aperta sull’ignoto

C’è qualcosa di profondamente metafisico in questa immagine. Sembra quasi la rappresentazione visiva di un’idea, di un’emozione più che di un luogo reale. Un vuoto che non è assenza, ma possibilità. Un’attesa silenziosa di qualcosa che deve ancora accadere.

Se ci fosse una persona al centro di questo spazio, come apparirebbe? Minuscola, persa, fragile? O forse imponente, unica presenza in un mondo che non esiste? Forse la vera potenza di questa immagine è proprio nell’assenza: la libertà di immaginare cosa potrebbe esserci, di proiettare in essa le proprie sensazioni.

Il bianco e il verde si bilanciano in modo perfetto. Il cielo, ridotto a un’unica tonalità lattiginosa, non distrae, non aggiunge. Il prato, con le sue sfumature leggere, è l’unico elemento tangibile, l’unico frammento di realtà in un’immagine che sembra sfuggire alla logica dello spazio.

Forse è mattina presto, e il sole è ancora nascosto dietro la coltre di nebbia. Forse è il momento in cui il mondo non si è ancora svegliato del tutto, quando la natura è in bilico tra il sonno e la coscienza. Oppure è sera, e la nebbia è salita per cancellare il giorno, per chiudere tutto in un abbraccio silenzioso prima della notte.

Questa immagine non è solo un prato nella nebbia. È una porta aperta sull’ignoto, uno spazio in cui tutto può esistere o scomparire. Basta un passo per attraversarlo.

Ian Stuart

Tristudio

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