L’ultimo sole sugli ulivi

by Ian Stuart

Il molo sospeso nel nulla

Il sole scivola lentamente verso l’orizzonte, tingendo il cielo di sfumature calde e delicate. Il giorno si chiude con una dolcezza che solo la terra del sud sa offrire. Qui, tra gli ulivi secolari, il tempo segue un ritmo diverso, scandito dalla luce che si posa sulle chiome argentate degli alberi, dai venti che accarezzano i rami nodosi, dal respiro della natura che sembra eterno.

Davanti agli occhi, un mare verde si estende all’infinito. Gli ulivi si susseguono senza interruzioni, ognuno con la sua forma unica, modellata dal vento, dal sole, dalle stagioni. Sono alberi antichi, con radici che affondano nella terra rossa da secoli, testimoni silenziosi di storie passate e presenti. Il terreno, appena arato in alcuni punti, emana ancora il profumo caldo della giornata, un misto di terra umida e foglie appena mosse dal vento della sera.

Il cielo è uno spettacolo a sé. Le nuvole sparse sembrano pennellate leggere, sfiorate dai toni del tramonto. Il blu del giorno sfuma nel rosa, poi nell’arancio, e infine in quel viola tenue che anticipa la notte. È un cielo che non si limita a fare da sfondo, ma diventa parte stessa del paesaggio, un elemento vivo che avvolge tutto in una luce morbida e avvolgente.

C’è un senso di quiete assoluta. Il caldo intenso del giorno ha lasciato spazio a un’aria più fresca, e tutto sembra rallentare. Gli ulivi non si muovono, radicati nel loro equilibrio perfetto, e il vento passa leggero tra le foglie senza scuoterle troppo. Anche i suoni si fanno più ovattati: forse il canto di un grillo nascosto tra le radici, il fruscio lieve di qualche ramo che si piega, il battito d’ali di un uccello che torna al nido.

Da qualche parte, forse poco distante, il profumo della cena si mescola all’aria della sera. L’odore dell’olio appena spremuto, il fumo leggero di un camino, il suono di piatti e voci lontane che si confondono nel tramonto. Qui, in questa terra generosa, tutto è legato alla natura e ai suoi frutti. Gli ulivi non sono solo alberi, sono storia, cultura, tradizione. Sono il cuore pulsante della Puglia, la memoria di generazioni che hanno coltivato questa terra con rispetto e pazienza.

Se si chiudono gli occhi, si può quasi sentire il lavoro dei contadini che da sempre camminano tra questi filari, le mani esperte che raccolgono le olive, il rumore delle reti stese a terra, il fruscio delle foglie mosse dal passaggio di chi conosce ogni angolo di questo paesaggio. Gli ulivi raccontano storie senza parole, storie di mani callose, di schiene curve sotto il sole, di frutti raccolti con cura per trasformarsi in oro liquido.

paziente bellezza

L’orizzonte è lontano, ma la luce del sole sembra volerlo raggiungere un’ultima volta prima di spegnersi del tutto. Il buio non arriva mai all’improvviso qui: scende piano, si insinua tra i rami, accarezza il terreno, sfuma i contorni delle cose fino a lasciarle immerse in un chiaroscuro perfetto.

Forse è questo il momento più bello della giornata: quando tutto rallenta, quando il mondo sembra trattenere il respiro prima della notte. Un attimo sospeso, un confine sottile tra il giorno e il sogno, tra la realtà e il ricordo.

E mentre il sole scompare definitivamente, lasciando dietro di sé solo un bagliore tenue, l’uliveto resta lì, immutabile, pronto a vegliare sulla notte e ad accogliere un nuovo giorno con la stessa, antica, paziente bellezza.

Ian Stuart

Tristudio

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