Marettimo, il risveglio del Mediterraneo

by Ian Stuart

Il molo sospeso nel nulla

L’aria è ancora fresca, umida di mare e di notte appena trascorsa. Il cielo, appena sfiorato dalle prime luci del giorno, si tinge di sfumature morbide, un passaggio delicato dal buio al chiarore. È l’alba, quel momento in cui il mondo sembra ancora sospeso tra il sonno e la veglia, quando le strade sono silenziose e il mare sembra respirare piano, senza fretta.

Il porticciolo si illumina lentamente. Le barche, adagiate sulla riva, riposano come creature addormentate, pronte a tornare in mare non appena il giorno sarà pienamente iniziato. Il blu acceso dei loro scafi contrasta con i toni caldi delle case, che si scaldano sotto la prima luce dorata. Sono lì, immobili, alcune tirate a secco, altre ancora in acqua, aspettando i pescatori che arriveranno a controllarle, a prepararle per una nuova giornata di lavoro.

 Non c’è fretta, solo il ritmo naturale delle cose.

Le case attorno al porto sembrano ancora addormentate. I loro muri chiari, consumati dal tempo e dalla salsedine, raccontano storie di lunghe giornate sotto il sole e di notti fresche passate ad ascoltare il vento. Le finestre blu spiccano sulle facciate come occhi rivolti al mare, e qua e là qualche porta è già aperta, segno che il paese inizia piano piano a svegliarsi.

L’aria ha ancora il profumo della notte mescolato a quello del mare. È un profumo inconfondibile, fatto di salsedine e legno bagnato, di alghe e di vento leggero che soffia piano tra le barche. È l’odore del Mediterraneo più autentico, quello che non ha bisogno di nient’altro per raccontare una storia.

L’alba qui è un momento speciale. Non c’è il fragore del giorno, non c’è il movimento frenetico dei turisti o il chiasso dei pescatori che rientrano con le reti piene. È un attimo di transizione, un respiro profondo prima che tutto prenda vita. Il cielo si illumina a poco a poco, tingendo le nuvole di rosa e arancio, mentre il mare riflette ogni sfumatura, trasformandosi in uno specchio liquido di luce nuova.

Camminando lungo il piccolo molo, si sente il suono lieve delle onde che accarezzano la riva. Qualche gabbiano si alza in volo, disegnando cerchi larghi sopra le barche, mentre il primo motore si accende in lontananza, spezzando per un attimo la quiete con il suo ronzio basso e profondo.

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senza scosse, senza rumore

Marettimo si sveglia così, senza scosse, senza rumore. Il paese prende vita piano, con la lentezza tipica delle isole, dove il tempo sembra dilatarsi, dove tutto ha un ritmo diverso rispetto alla terraferma. Qui la giornata inizia con il mare, con le barche che si preparano, con le reti che vengono sistemate, con il primo caffè bevuto in silenzio, guardando l’orizzonte.

E mentre il sole si alza, sciogliendo le ultime ombre della notte, il piccolo porto si riempie di luce. Le case si scaldano, il mare inizia a brillare, e le barche, ancora immobili sulla riva, sembrano aspettare solo un segnale per tornare a solcare l’acqua.

 

Ian Stuart

Tristudio

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